Riduzione dei sintomi depressivi e miglioramento della qualità della vita : un nuovo studio ha confermato gli effetti antidepressivi della psilocibina
Il trattamento con psilocibina “è stato associato a un effetto antidepressivo rapido e duraturo”. Questa è la conclusione a cui è arrivato lo studio da poco pubblicato dell’American Medical Association.
I 18 ricercatori, provenienti dalla Yale University, dalla Johns Hopkins University, dal NYU Langone Center for Psychedelic Medicine e dal San Francisco Veterans Affairs Medical Center, hanno voluto misurare “l’efficacia e la sicurezza del principio attivo nei pazienti con disturbo depressivo maggiore (MDD) – nonché – valutare l’entità, i tempi e la durata degli effetti per singola dose”.
Controllata con un gruppo placebo, la ricerca è durata sei settimane e ha coinvolto 104 adulti con MDD a cui è stata somministrata una dose di 25mg di psilocibina, che “è stata ben tollerata” secondo gli autori.
Dopo appena otto giorni, i pazienti che hanno ricevuto il trattamento psichedelico combinato a sessioni di psicoterapia hanno riportato una riduzione dei sintomi depressivi, che “si è mantenuta per tutto il periodo di follow-up di 6 settimane, senza attenuazione dell’effetto”.
PSILOCIBINA PER LA DEPRESSIONE MAGGIORE: MIGLIORA LA QUALITÀ DI VITA DEI PAZIENTI
Per verificare le potenzialità della psilocibina, uno dei parametri utilizzati dagli studiosi è la Montgomery-Åsberg Depression Rating Scale (MADRS), che valuta la gravità dei sintomi depressivi su una scala da 0 (livello minimo di depressione) a 60 (livello massimo di depressione).
Prima del trattamento, il punteggio medio dei partecipanti era di circa 35 punti. Punteggio che alla fine dello studio è sceso in media di 19 punti: più del doppio rispetto ai 7 punti del gruppo placebo.
“Il trattamento con psilocibina è stato associato a miglioramenti in vari punti finali esplorativi – confermano i ricercatori, tra cui – la riduzione della gravità complessiva della malattia, dell’ansia, dei sintomi depressivi auto-riferiti e il miglioramento della qualità della vita”.
Dal rapporto si legge infine che, contrariamente agli antidepressivi standard, “la psilocibina non ha evidenziato alcun tipo di blocco emotivo“, come intorpidimento o apatia, e che il trattamento non ha provocato “eventi avversi gravi”.
“Questi risultati – concludono gli autori – si aggiungono alle prove che la psilocibina, se combinata con un supporto psicologico, può essere promettente come nuovo intervento per la MDD”. Prove che hanno portato paesi come l’Australia a garantire terapie psichedeliche per alcune condizioni di salute mentale.
In Australia, a partire dal 1° luglio, è possibile prescrivere MDMA e psilocibina per trattare specifiche condizioni di salute mentale.
In particolare, gli psichiatri australiani muniti di apposita autorizzazione potranno ricettare l’MDMA per la cura del disturbo post-traumatico da stress e la psilocibina per il trattamento della depressione resistente ad altre terapie.
MDMA E PSILOCIBINA IN AUSTRALIA: AUTORIZZATI PER USO TERAPEUTICO
La Therapeutic Goods Administration di Canberra, l’ente governativo responsabile della regolamentazione dei prodotti terapeutici, ha dichiarato che queste sostanze “relativamente sicure – se somministrate – in un ambiente controllato”, possono trattare efficacemente alcuni disturbi mentali.
“Un passo molto gradito per allontanarsi da quelli che sono stati decenni di demonizzazione”, aveva sottolineato il dottor David Caldicott, docente di medicina d’urgenza presso l’Australian National University.
Dopo decenni di duro proibizionismo infatti, l’Australia è diventato il primo paese al mondo ad autorizzare l’assunzione, prettamente per scopi terapeutici, dell’MDMA, considerata un entactogeno e quindi non propriamente uno psichedelico, e della psilocibina, che invece è il principio attivo contenuto nei funghi magici.
Come riportato da Nature Paesi come gli Stati Uniti, il Canada e Israele consentono l’uso individuale di questi farmaci per motivi compassionevoli o nell’ambito di studi clinici, ma dal 1° luglio l’Australia è il primo Paese a regolamentarli come farmaci, che dovranno essere prescritti da psichiatri autorizzati.
IL SENSO DI RICONNESSIONE TERAPEUTICO DELLE SOSTANZE PSICHEDELICHE
“Un cambiamento di paradigma”, ha dichiarato il dottor Mike Musker, ricercatore sulla salute mentale presso la University of South Australia, all’Agence France-Presse (AFP).
L’MDMA può dare ai pazienti “una sensazione di connessione” che facilita il contatto con il terapeuta e la discussione delle esperienze traumatiche. Il dottore ha dichiarato che: “L’effetto psicospirituale – della psilocibina – può cambiare la percezione di te stesso e, con un pò di fortuna, può farti desiderare di vivere”.
Sentimenti di interconessione riscontrati anche in diversi studi che hanno evidenziato le potenzialità della psilocibina per il trattamento della dipendenza da alcol.
Tuttavia, Musker ha tenuto a puntualizzare che il processo terapeutico non si baserà sul “prendere una pillola e sparire nel nulla” ma sarà monitorato attentamente. Durante i trattamenti spalmati nell’arco di cinque-otto settimane infatti, il terapeuta dovrà restare tutto il tempo con il paziente. Trattamenti che secondo il dottore non saranno “ampiamente utilizzati” prima del 2024.
Quella sopracitata è solo una delle diverse ricerche che confermano le potenzialità terapeutiche delle sostanze psichedeliche. Un esempio, è l’analisi inedita pubblicata a giugno che ha indagato le capacità della psilocibina per trattare la dipendenza da alcol.
E così i ricercatori dell’Università di New York e quelli dell’Università della California di San Francisco, insieme ai professionisti del centro di formazione per la salute mentale Fluence, hanno deciso di analizzare i meccanismi che hanno portato una coorte di persone con disturbi da uso di alcol a ridurre in modo significativo il comportamento negativo nel bere dopo aver partecipato a un precedente studio clinico sulla psilocibina.
Nello studio curato dall’American Psychological Association e pubblicato su Psychology of Addictive Behaviors sono stati coinvolti 13 volontari che, dopo essere stati assistiti nel trattamento con la psilocibina, sono stati successivamente contattati dai ricercatori per rispondere a domande qualitative approfondite sulle loro esperienze durante e dopo il processo.
I ricercatori hanno sottolineato che lo scopo era quello “di scoprire le esperienze vissute di questi individui attraverso un’indagine collaborativa”.
“I partecipanti hanno riferito che il trattamento con psilocibina li ha aiutati a elaborare le emozioni legate a eventi passati dolorosi e ha contribuito a promuovere stati di auto-compassione, autocoscienza e sentimenti di interconnessione”, hanno scritto gli autori. “Gli stati acuti durante le sessioni di psilocibina sono stati descritti come la base per lo sviluppo di una regolazione più auto-compassionevole degli affetti negativi. I partecipanti hanno anche descritto ritrovati sentimenti di appartenenza e una migliore qualità delle relazioni dopo il trattamento”.
In particolare i ricercatori scrivono che: “I nostri risultati supportano l’affermazione che la psilocibina aumenta la malleabilità dell’elaborazione correlata al sé e diminuisce i modelli di pensiero basati sulla vergogna e autocritici, migliorando al contempo la regolazione degli affetti e il desiderio di alcol. Questi risultati suggeriscono che i trattamenti psicosociali che integrano l’addestramento all’auto-compassione con la terapia psichedelica possono servire come strumento utile per migliorare i risultati psicologici nel trattamento della dipendenza da alcol”.
È importante infine sottolineare che i soggetti hanno sottolineato il valore di avere terapisti e un ambiente controllato in cui sperimentare la medicina psichedelica. Questi erano “elementi essenziali per facilitare la sicurezza psicologica necessaria per esaminare e risolvere i punti di stallo psicologico”, si legge nello studio.
LA PSILOCIBINA A LIVELLO INTERNAZIONALE
In Oregon è da poco stata concessa la prima licenza statale per un centro di assistenza alla psilocibina, reso possibile da una misura approvata dagli elettori approvata quasi tre anni fa. E quindi le persone di età pari o superiore a 21 anni possono accedere ai trattamenti e, anche se non hanno bisogno di prescrizioni o segnalazioni da parte degli operatori sanitari, devono prima completare una sessione di preparazione con un facilitatore autorizzato.
In Australia invece, a partire dal prossimo luglio, la psilocibina e l’MDMA potranno essere prescritte dagli psichiatri per trattare una seri di disturbi come la depressione resistente ai trattamenti tradizionali e il disturbo post traumatico da stress. Gli psichiatri dovranno richiedere l’approvazione ad un’apposita commissione etica e seguire altre procedure definite dalla Therapeutic Goods Administration (Tga) di Canberra soprattutto rispetto alla propria conoscenza e formazione nel campo specifico.
Alla fine dello studio, gli autori hanno dichiarato che: “Questi risultati suggeriscono che i trattamenti psicosociali che integrano l’addestramento all’auto-compassione con la terapia psichedelica possono servire come strumento utile per migliorare i risultati psicologici nel trattamento della dipendenza da alcol”.
Fonti : Dolce Vita da DV Network Srl. pubblicazione alternativa di alta qualità.