La “recente” ma crescente ricerca intorno alla canapa e ai suoi benefici – benchè conosciuta ed utilizzata fin dall’antichità – riporta alla luce una variegata lista di proprietà a sostegno della salute umana ed animale. Per questo, la domanda di prodotti a base di canapa è notevolmente cresciuta fornendo le basi solide per un’evoluzione in termine di salute e benessere.
Sempre più di frequente si parla del cannabidiolo estratto dalla canapa e meglio conosciuto con l’acronimo CBD. Di cosa si tratta esattamente e quali sono i passaggi, prima che venga lavorato per essere utilizzato dai consumatori?
Innanzitutto il CBD è un estratto della pianta di cannabis o canapa industriale ed è totalmente organico, ovvero naturale. Prima della sua lavorazione, che nella maggior parte dei casi avviene senza utilizzo di sostanze chimiche, subisce un processo di estrazione, mediante il quale viene separato dalle altre sostanze che fanno parte della pianta.
La pianta di canapa, infatti, oltre al CBD, contiene fra gli altri anche il tetraidrocannabinolo, o THC. CBD, THC e altre 400 sostanze, vengono estratti con metodi differenti, anche in base all’uso a cui sono destinati.
METODI DI ESTRAZIONE DEL CBD: I PIÙ UTILIZZATI E QUELLI PIÙ EFFICACI
Il processo di estrazione del CBD può avvenire attraverso tecniche differenti, che permettono poi di lavorare il cannabidiolo per la produzione di cosmetici, oli, ecc.
I metodi più utilizzati sono i seguenti:
- Estrazione CBD senza solventi
- Estrazione CBD con solventi
- Estrazione CBD con olio di oliva
- Estrazione CBD con CO₂ supercritica
Ciascuna tecnica ha caratteristiche differenti e dimostra un’efficacia diversa. Il metodo utilizzato è condizionato anche dalla lavorazione a cui il CBD sarà poi sottoposto. Se ad esempio il CBD è destinato all’uso alimentare o cosmetico, l’estrazione dovrà attenersi a metodi particolarmente precisi, nella separazione del CBD stesso da altre sostanze, come per esempio il THC.
Oltre a quelli indicati, esistono anche altri metodi, sebbene abbiano dimostrato di non essere sempre in grado di ottenere significativi risultati nella separazione del CBD dalle altre sostanze contenute nella canapa.
Vediamo nel dettaglio le caratteristiche per ciascuna tecnica di estrazione.
ESTRAZIONE CBD CON SOLVENTE: CARATTERISTICHE PRINCIPALI
L’estrazione con solvente può essere considerato di certo un metodo non tecnologico, in quanto, a differenza di altre tecniche, si basa sullo scorrimento di un solvente liquido sul materiale vegetale. Prima di far scorrere il liquido solvente, tuttavia, la materia vegetale viene liberata dei gruppi carbossilici.
Con questo procedimento, vengono separati i cannabinoidi e terpeni della pianta di canapa, per poi essere lavorati.
I solventi maggiormente utilizzati per questa tecnica possono essere:
- L’esano
- L’etanolo
- Il butano
Il materiale risultante dalla separazione viene quindi sottoposto a un processo di evaporazione, affinché possa essere liberato dei liquidi. Ne risulta un residuo che corrisponde all’olio di CBD.
Se da un lato questo metodo è relativamente semplice da eseguire, dall’altro presenta alcuni aspetti non vantaggiosi. Per fare un esempio, il fatto che i solventi siano altamente infiammabili, rende l’operazione per estrarre il CBD molto rischiosa.
Questa tecnica viene eseguita all’interno di laboratori specializzati, nei quali il rischio di contaminare l’olio con i solventi è ridotto al minimo.
Sicuramente non si tratta di un metodo da eseguire in maniera artigianale, da casa propria.
L’ESTRAZIONE DI CBD SENZA SOLVENTE, DETTA ANCHE “A MANO”
Il metodo di estrazione del CBD senza solventi, viene anche definito “a mano” e non è sicuramente uno dei metodi più convenienti, dal punto di vista della resa.
Per estrarre il CBD, in questo caso si ricorre alle tecniche di sfregamento, o di pressione oppure al calore, in sostituzione dei solventi.
Con lo sfregamento, per esempio, viene ricavato il kief, ovvero si ricavano le ghiandole di resina ad alto contenuto di CBD. La tecnica si esegue attraverso il setaccio delle ghiandole, da cui si ottiene CBD ad alta concentrazione.
In alternativa, si può estrarre l’olio naturale di CBD attraverso il calore e la pressione, esercitata sulla pianta di canapa.
Non è difficile intuire che questo metodo rudimentale assicura una scarsa resa e non è pertanto conveniente, soprattutto per l’utilizzo e la lavorazione su grande scala del CBD.
ESTRAZIONE CBD CON OLIO DI OLIVA, DETTAGLI E RESA
L’estrazione di CBD con olio di oliva è in assoluto il metodo più artigianale. Si esegue attraverso poche e semplici fasi, che vanno comunque svolte con cautela e precisione.
Innanzitutto, la materia vegetale viene sottoposta a un processo di attivazione dei composti in essa contenuti, tramite l’uso del calore.
La materia vegetale viene poi immersa nell’olio e riscaldata per diverse ore. In questa fase i cannabinoidi della pianta, compreso il CBD, si legano all’olio e danno vita a una miscela.
Una volta raffreddata l’infusione e ottenuta l’estrazione del CBD (che nel frattempo si è legato all’olio) è possibile rimuovere il materiale vegetale.
Anche in questo caso, la concentrazione di CBD è minima e sicuramente non viene garantita la sua purezza.
L’ESTRAZIONE CBD CON CO₂ SUPERCRITICA: EFFICACE, SICURA, VELOCE
Rispetto ai metodi fino ad ora indicati, l’estrazione con CO2 supercritica, rappresenta una tecnica particolarmente idonea e sofisticata per ottenere una concentrazione di CBD puro e di elevato standard qualitativo.
Si tratta del metodo maggiormente utilizzato a livello industriale e per l’estrazione di CBD su vasta scala, senza tralasciare la sicurezza e la qualità.
Questa tecnica consiste nella lavorazione dell’anidride carbonica, fino al raggiungimento dello stato critico, ovvero la trasformazione in stato gas – liquido simultaneamente.
L’anidride carbonica dissolve i cannabinoidi e terpeni, scorrendo attraverso tutti i punti della pianta. Questa fase viene definita tecnicamente “frazionamento”:
Con questo metodo si ottiene un’estrazione molto pura di CBD, in assenza totale di sostanze chimiche o additivi, che renderebbero il cannabidiolo meno sicuro.
Il metodo di estrazione CBD con CO2 (diossido di carbonio, ovvero anidride carbonica) è sicuramente il più comune su scala industriale, oltre che essere quello che offre garanzie maggiori, dal punto di vista della qualità.
Cosa succede dopo l’estrazione CBD?
A seconda del prodotto finale desiderato, vengono utilizzati ulteriori processi. I cosiddetti isolamenti sono necessari per ottenere sostanze pure come i cristalli di CBD. Ulteriori componenti indesiderati possono essere filtrati attraverso la winterizzazione.
Nella maggior parte dei casi, alla fine del processo di estrazione, l’estratto di CBD viene mescolato con un olio vettore che aumenta la biodisponibilità degli oli nel corpo umano. L’olio di CBD può essere assunto direttamente o utilizzato in altri prodotti, come ad esempio cosmetici, saponi, creme ed oli o unguenti curativi per la pelle.